Qui di seguito sono rapidamente descritti 9 tipi di cantes de baile, scelti fra i più genuini e rappresentativi nel vario mondo lirico e drammatico del flamenco. Fandangos Il fandango è uno dei canti più tipici e diffusi del folclore andaluso. Le seu origini risalgono al XVII secolo e la sua diffusione fu molto rapida in tutte le province dell'Andalusia, dove si diversificò, senza mai perdere le sue caratteristiche essenziali, secondo i vari stili nelle province di Malaga, Granada, Lucena, Huelva ecc. Fra tutti, spiccano gli stili di Lucena e di Huelva, con cantes tra l'ingenuo e il malizioso che sulla struttura del fandango classico sviluppano melodie originali e personalissime. Tientos Sulle origini dei tientos ci sono opinioni diverse: alcuni studiosi assicurano che si tratta di un canto gitano purissimo, giunto con le prime carovane nomadi che si stabilirono in Spagna; altri affermano invece che l'origine è araba, poiché il ritmo ricorda la cadenza tipica di alcune danze arabe tradizionali. Comunque sia, sono canti di grande drammaticità, con linee melodiche piuttosto simili a quelle delle soleares. Il primo specialista di tientos che divenne famoso fu El Marruco, vecchio cantaor gitano. Più tardi un altro gitano, Manuel Torre, portò a livelli inauditi la potenza espressiva ed emotiva di questo cante, consolidandone il successo. Sevillanas Corraleras Le sevillanas sono canti e balli molto popolari, con testi divertenti, semplici e maliziosi. Le sevillanas corraleras sono le più antiche, nate a Siviglia nei quarti di Triana, La Macarena, San Bernardo, La Feria e La Alameda. L'origine delle “sivigliane” si trova nel ritmo ternario delle seguidillas manchegas che risalgono al XVI secolo, ed è evidente la coincidenza metrica delle strofe di questi due stili: quattro versi, di cui il primo e il terzo di sette sillabe, il secondo e il quarto di cinque. Mirabras Il mirabras è un tipo di cante in cui la delicata e soave melodiosità della costa andalusa si unisce al vigore forte e suggestivo dell'alta Andalusi rurale: è un canto per il riposo dopo il lavoro, mentre il sole tramonta, ma è anche canto d'amore ardente e appassionato. Romeras Romero el Tito fu un cantaor molto popolare nei cafés cantantes del XIX secolo, specialmente in quelli della bassa Andalusia dopo che fu assunto nel “Burrero” di Siviglia e nel Café de Silverio; si esibì molto spesso anche a Cadice e a Sanlucar. Dotato d'un istinto ritmico inimitabile, creò un proprio stile personale e diventò uno dei più richiesti e apprezzati cantaores de baile. Sempre alla ricerca di nuovi ritmi e sonorità, durante un soggiorno a Sanlucar ascoltò un canto semplice e allegro che si chiamava el torrijos, divenuto popolare proprio in quegli anni. Romero lo trasformò in un cante dinamico e ballabile, che battezzò appunto con il proprio nome. La romera ebbe presto un grande successo ed entrò, inclusa fra i cosiddetti “canti indipendenti”, nel repertorio di parecchi altri cantaores. Bulerias La buleria è la grazia leggiadra del Sud trasformata in strofe e ritmo, che sono quelli dell'antica Andalusia gitana, il principale luogo d'incontro dei migliori stilisti e cantaores di flamenco nella seconda metà del XIX secolo fu l'elegante città di Jerez, dove accanto agli stili più importanti nacque la buleria, prendendo il ritmo della soleà.
1 Commento
Il flamenco non è solo un'arte o una tecnica: è soprattutto un modo di sentire e di esprimersi. Nel flamenco ciò che più conta è l'intensità dell'espressione. L'arte è data dalla forza interpretativa, non dalla bellezza estetica, che serve sì da complemento, ma non è mai fine a se stessa. Nel flamenco può essere considerato bello ciò che a un profano può risultare brutto e addirittura grottesco. Ciò che importa è la sincerità espressiva, la generosità e l'alienazione dell'interprete, caratteristica dell'arte più pura, in una parola: il duende.
|
AutoreDa giovane ero una discreta bailaora, ora semplicemente una fervida aficionada. ArchivesCategorie |